Rivista

Psicodramma Classico-anno XX 1-2- novembre 2018


  • Codice: M2656
  • Numero: 1
I contributi delle riviste e dei singoli articoli si concordano con la segreteria, in funzione dell'anno e del numero richiesti.

Sottotitolo
L’interazione fra Sé, Io-attore e Io-osservatore: la guida delle emozioni nell’attivazione del dialogo interno
Autore
PAOLA DE LEONARDIS
Sommario

■ SOMMARIO L’articolo cerca di ridefinire la struttura psichica alla quale in psicodramma si può utilmente fare riferimento e di precisarne il funzionamento tenendo in conto gli aspetti che possono essere meglio attivati nella pratica psicodrammatica. L’autrice considera quindi il concetto di Sé, o meglio di senso di sé, secondo le indicazioni della più recente neuropsichiatria, soffermandosi sul suo carattere coesivo e nello stesso tempo multiplo, e sul concetto di Io e sui suoi rapporti con il senso di sé, nelle due “posizioni” note in psicodramma come Io-attore e Io-osservatore. Viene in particolare considerata la dinamica intrapsichica attivata sulla scena psicodrammatica attraverso la personificazione di queste due “posizioni”, la dinamica relazionale che esse configurano e le modalità di dialogo interno che ne derivano in diversi tipi di personalità, portando alcuni esempi della loro esplorazione ed elaborazione psicodrammatica. Parole chiave:  Sé, senso di Sé, senso di Sé e inconscio, Io, Io-attore, Io-osservatore, dialogo interno, emozioni in psicodramma.
■  PERSONALITY STRUCTURE AND INTRAPSYCHIC DYNAMICS  IN PSYCHODRAMATIC PRACTICE  The interaction between Self, Ego-actor and Ego-observer: emotions as a guide in activating the inner dialogue This article tries to redefine the psychic structure which can be appropriately be referred to in psychodrama and to specify its workings whilst considering those aspects that can be more effectively activated in psychodramatic practice. The author therefore considers the concept of Self or, better, the sense of Self according to the indications of the most recent neuropsychiatric theory. The article analyses its cohesive and at the same time multiple character, as well as the concept of the Ego and its relationships with the sense of Self in its two “positions”, known in psychodrama as Ego-actor and Ego-observer. In particular, the author considers the intrapsychic dynamics activated on the psychodramatic scene through the personification of these two “inner positions”, and describes their possible features and the traits of their possible inner relationship in different personality types, whilst offering some examples of psychodramatic exploration and elaboration.

Keywords:  Self, sense of Self, sense of Self and unconscious, Ego, Ego-actor,  Ego-observer, inner dialogue, emotions in psychodrama.

Codice
M2656-1-1
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Sottotitolo
Efficacia del riconsolidamento della memoria e del gioco sotto la guida delle neuroscienze affettive1
Autore
GÖRAN HÖGBERG, DAVIDE NARDO, TORE HÄLLSTRÖM, MARCO PAGANI
Sommario

■ SOMMARIO L’articolo esamina l’apporto delle neuroscienze affettive al trattamento dei disturbi causati da eventi traumatici. Avendo riscontrato che sia le emozioni che i ricordi emotivi sono costituiti da informazioni sensoriali, reazioni autonomiche e impulsi motori (il complesso PRM), gli autori suggeriscono che le emozioni e i movimenti siano parte integrante di tale processo. Ciò posto, essi si focalizzano sulla psicoterapia delle reazioni post-traumatiche da stress, sostenendo che il processo di riconsolidamento della memoria spiana la strada a un nuovo approccio nel trattamento. “Riconsolidamento” significa che un ricordo emotivo, quando rievocato e riattivato, rimane in forma labile e suscettibile al cambiamento per un periodo breve di tempo, fino a quando viene riconsolidato nella memoria. Ne consegue l’importanza durante la terapia di evocare emozioni e sentimenti, ma soprattutto si rileva la necessità di attivare fin dalle prime sedute le emozioni positive, in modo che il senso di sicurezza entri a far parte dei nuovi ricordi. Nel protocollo di psicoterapia affettiva basato sul riconsolidamento proposto dagli autori, il ricordo dell’episodio traumatico viene fatto rivivere in un ambiente sicuro, focalizzando il paziente sull’esperienza sensoriale, sulla reazione autonomica e sugli impulsi motori attivati dall’evento traumatico. L’esperienza viene poi conclusa con una fantasia positiva di risoluzione realisticamente efficace dell’evento stesso. In sintesi, il trattamento dovrebbe generare una serie di nuovi ricordi privi di paura, collegati all’evento originario. L’accento posto sul programma motorio e sulle azioni crea un collegamento naturale con l’arte-terapia e con la modalità del gioco psicodrammatico, che permettono di far risperimentare nuove azioni positive. Parole chiave:  disturbo post-traumatico, DPTS, neuroscienze affettive, riconsolidamento della memoria, psicoterapia, gioco.
1  Questo articolo è stato tradotto dall’inglese, originariamente pubblicato da Psychology Research and Behavior Management, 2011:4, Dovepress, https//www.dovepress.com/psychology-research-and-behavior-management-journal. Si ringraziano l’editore e gli autori per il consenso alla pubblicazione.
PSICOTERAPIA
32 – PSICODRAMMA CLASSICO N. 1-2 – 2018 – AIPsiM
■   AFFECTIVE PSYCHOTHERAPY IN POST-TRAUMATIC   REACTIONS GUIDED BY AFFECTIVE NEUROSCIENCES   Efficacy of memory reconsolidation and play This paper reviews the affective neuroscience dealing with the effects of traumatic events. We give an overview of the normal fear reactions, the pathological fear reaction, and the cbaracter of emotional episodic memories. We find that both emotions and emotional memories are a tripartite unit of sensory information, autonomic reaction, and motor impulse (the PRM complex). We propose that emotions and movements are part and parcel of the same complex. This is our main finding from the review of affective neuroscience, and from here we focus on psychotherapy with post-trauma reactions.The finding of the process of memory reconsolidation opens up a new treatment approach: affective psychotherapy focused on reconsolidation. The meaning of reconsolidation is that an emotional memory, when retrieved and being active, will rest in a labile form, amenable to change, for a brief period of time, until it reconsolidates in the memory. This leads us to the conclusion that emotions, affects, must be evoked during the treatment session and that positive emotion must come first, because safety must be part of the new memories. In the proposed protocol of affective psychotherapy based on reconsolidation the emotional episodic memory is relived in a safe and positive setting, focused in turn on the sensory experience, the autonomic reaction, and the motor impulse. Then it is followed by a fantasy of a different positive version of the same event. All in all treatment should provide a series of new memories without fear related to the original event. With the focus on the motor program, and the actions, there is a natural link to art therapy and to the mode of play, which can rehearse and fantasize new positive actions.

Keywords:  post-traumatic, PTSD, affective neuroscience, memory reconsolidation, psychotherapy, play.

Codice
M2656-2-1
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Sottotitolo
Un’esperienza di formazione con metodologia psicodrammatica di un gruppo di volontari in Hospice
Autore
PIETRO BORROMEO
Sommario

ACCOMPAGNAMENTO NEL FINE VITA: UNA SFIDA CONTEMPORANEA Un’esperienza di formazione con metodologia psicodrammatica di un gruppo di volontari in Hospice
PIETRO BORROMEO
■ SOMMARIO Il tema della morte è sempre stato fondamentale nella cultura di ogni società umana. Nelle società occidentali la malattia e la fase finale della vita sono oggi affrontate con trattamenti che hanno alla base le più recenti scoperte scientifiche, che si fermano solo davanti alla morte come evento di non ritorno, come unica “patologia” contro la quale non si può fare nulla. Ma la persona si trova a morire il più delle volte in solitudine, in ambiente ospedalizzato e in uno stato emotivamente neutro. L’articolo esplora a fondo la tematica della morte e dei modi legati all’elaborazione del lutto, per presentare poi un’esperienza di formazione con metodologia psicodrammatica di un gruppo di volontari operativi in un Hospice, considerando, oltre agli aspetti di rilievo in questo ambito che attendono un’accurata elaborazione, anche le tecniche psicodrammatiche più adeguate ad affrontarli. Parole chiave: psicodramma e morte, psicodramma e fine vita, elaborazione del lutto.
■        SUPPORTING THE DYING PERSON TOWARDS   THE END OF LIFE:  A CONTEMPORARY CHALLENGE         A training experience with psychodramatic methodology in a group of volunteers working in a Hospice  The theme of death has always been fundamental in the culture of every human society. Nowadays, in western societies, the illness and the end of life are dealt with treatments based on the latest scientific discoveries. Medical care is stopped only before death, which is meant as a point of no return, as the only “pathology” nothing can be done about. However, in most cases, the person dies in solitude in a hospitalized environment and in a neutral emotional state. The article explores in depth the theme of death and the approaches connected to the grieving process and then presents the training experience with psychodramatic methodology of a group of volunteers working in a hospice. The author highlights the important issues that need to be elaborated in this context, and evaluates the psychodramatic techniques which are most appropriate to address such issues.

Keywords: psychodrama and death, psychodrama and end of life, grieving process.

Codice
M2656-3-1
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Sottotitolo
Interventi di gruppo con Expressive Arts Intervention (EXIT) per rifugiati e sopravvissuti a trauma
Autore
MELINDA A. MEYER DEMOTT
Sommario

■ SOMMARIO Nell’articolo l’autrice presenta l’EXIT (Expressive Arts Intervention), un modello psicologico di intervento di gruppo basato sull’espressività, sull’atto creativo e sull’intermodalità artistica (che comprende lo psicodramma), come strumento di lavoro nelle esperienze di accoglienza e integrazione di profughi e sopravvissuti a esperienze traumatiche conseguenti al fenomeno migratorio, promosse sul territorio norvegese. Dalle prime sperimentazioni con gruppi di rifugiati della guerra in Bosnia, alla presentazione dei risultati positivi di un primo studio controllato volto a valutare l’efficacia dell’intervento su un gruppo di ragazzi minori accolti al centro di raccolta di Hvalstad, l’autrice ripercorre i punti fermi di un’esperienza e i fattori terapeutici in gioco. A testimonianza di come il tempo dell’attesa e quello di transito nello spazio liminale dei Centri per rifugiati possa essere professionalmente diretto lungo fattori di sviluppo, di benessere e integrazione comunitaria. Parole chiave:  Expressive Arts Intervention (EXIT), Expressive Art Therapy (EXAT), espressività artistica in psicoterapia, espressività artistica nella formazione, profughi, rifugiati, accoglienza, integrazione.
■   FROM WAITING IN A REFUGEE CENTRE TO COMING BACK INTO EXISTENCE     Group therapeutic methods with Expressive Arts Intervention  (EXIT) for refugees and trauma survivors    EXIT (Expressive Arts Intervention) is a psychological model of group intervention based on expressivity, the creative act and intermodal arts which includes psychodrama and that was used as a tool-kit in Norway for the reception and integration of asylum-seekers and survivors to trauma due to the migratory phenomenon. From the first experimentations with groups of refugees from the Bosnian war to the successful results of a first controlled study aimed at evaluating the effectiveness of the intervention on a group of minors welcomed at the Hvalstad Arrival Centre, the author highlights the fundamental moments of this experience and the therapeutic factors emerged. This experience shows how the phase of waiting and the process of transition into the liminal space of Refugee Centres can be professionally guided to develop well-being and integration in the community.

Keywords:  Expressive Arts Intervention (EXIT), Expressive Art Therapy (EXAT), artistic expression in psychotherapy, artistic expression in training, asylum seekers, refugees, reception, integration.

Codice
M2656-3-2
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Sottotitolo
Presentazione di una ricerca in ambito FEPTO finalizzata a creare una base teorica e metodologica comune e una terminologia condivisa
Autore
PAOLA DE LEONARDIS, MARCO GRECO
Sommario

■ SOMMARIO Gli autori presentano uno studio da essi condotto, orientato ad attivare uno scambio significativo fra Istituti di Training di Psicodramma iscritti alla FEPTO (Federation of European Psychodrama Training Institutes) riguardo ai contenuti teorici e metodologici del training stesso. Nel corso dello studio, durato 4 anni e tuttora in corso, gli obiettivi si sono ampliati e si è giunti all’elaborazione di due Mappe concettuali, rispettivamente dedicate alla “Specificità della teoria e della metodologia psicodrammatica” e alla “Integrazione dello psicodramma con altre teorie psicologiche ed educativo-formative”. Il lavoro, condiviso passo passo con numerosi psicodrammatisti, ha portato a fare intravedere la possibilità, in futuro, di creare in maniera condivisa una sorta di Wikipedia di Psicodramma online, in grado di costituire un riferimento teorico e metodologico comune e costantemente in progress. Parole chiave:  teoria psicodrammatica, metodologia psicodrammatica, terminologia psicodrammatica, glossario psicodrammatico.
■    PSYCHODRAMA: ONGOING WORKS FOR A   COMMON SCIENTIFIC LANGUAGE   Presentation of a research within FEPTO aimed at developing a common theoretical and methodological basis and shared terminology   This article presents a study aimed to activating a meaningful exchange among FEPTO Psychodrama Training Institutes (Federation of European Psychodrama Training Institutes) regarding the theoretical and methodological contents of the training itself. In the course of the study, over a 4-year period and still ongoing, the objectives have widened in scope, reaching the elaboration of two Conceptual Maps focused respectively on the “Specificity of psychodramatic theory and methodology” and the “Integration of psychodrama with other psychological and educational-training theories”. The work, shared step by step with numerous psychodramatists, foresees the possibility of developing a kind of joint, online Psychodrama Wikipedia, which may constitute a shared and constantly in progress theoretical and methodological point of reference.

Keywords:  psychodramatic theory, psychodramatic methodology, psychodramatic terminology, psychodramatic glossary.

Codice
M2656-4-1
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Sottotitolo
Incontro virtuale tra Kandinsky e Moreno, dalla surrealtà alla semirealtà, dal disegno onirico allo psicodramma: riflessioni sul simbolo, sul ruolo e sull’Io parziale interno
Autore
LUCIA MORETTO
Sommario

■ SOMMARIO Questo articolo segue le tracce di un intervento tenuto dall’autrice in occasione del XVI Incontro di Primavera organizzato da AIPsiM a Torino nel 2018, entro una cornice dal titolo “Psicodramma tra arte e scienza”. L’accostamento allora presentato, e che oggi viene ripreso in questo scritto, riguarda il lavoro di uno scienziato-artista e di un artistascienziato – Moreno e Kandinsky – il cui contributo teorico dà fondamento ad un modo particolare di fare psicodramma: partendo dal disegno onirico alla trasposizione dei contenuti grafici sulla scena dello psicodramma, generando un felice accostamento tra la dimensione della surrealtà e quella della semirealtà. Segue una riflessione sul concetto di Io-parziale interno, ampiamente descritto da Josè Fonseca nel suo libro “Psicodramma contemporaneo”, considerato nel suo rapporto con altri costrutti teorici vicini alla teoria psicodrammatica, quali il costrutto di ruolo e quello di simbolo. L’esame di un lavoro di conduzione con protagonista esemplifica i temi trattati e crea collegamenti tra l’analisi dei simboli emersi dal disegno onirico, i personaggi “onirici” rappresentati e i ruoli agiti in scena. Parole chiave:  psicodramma e surrealismo, surrealtà, semirealtà, disegno onirico, simbolo, ruolo, Io-parziale interno.
■   PSYCHODRAMA BETWEEN ART AND SCIENCE  Virtual meeting between Kandinsky and Moreno, in the middle of  surreality and semi-reality, oneiric design and psychodrama: reflections on symbol role, and internal partial-Ego  Within the frame given by the title of the “Incontro di Primavera”, organized by AIPsiM in April 2018 ,”Psychodrama between art and science”, the author has approached the thought of a scientist-artist and an artist-scientist, Moreno and Kandinsky, whose theoretical contribution give foundation to a particular way of doing psychodrama: from the oneiric drawing to building the scene on the psychodrama stage, so passing from surreality to semi-reality. Moreover, the concept of internal partial Ego, widely described by J. Fonseca in his book “Contemporary psychodrama”, has stimulated the author to make connections and to propose some reflections on the relationship between symbol, inner partial-Ego and role. These links are exemplified through the processing of a protagonist action, analysing the symbols emerged from the oneiric drawing, the “oneiric” characters represented and the roles acted.

Keywords:  psychodrama and surrealism, surreality and semi-reality, oneiric drawing, symbol, role, internal partial-Ego.

Codice
M2656-5-1
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Sottotitolo
Il metodo moreniano dal gruppo al trattamento individuale
Autore
Giovanni Boria e Francesco Muzzarelli
Sommario

Giovanni Boria e Francesco Muzzarelli L’INTERVENTO PSICODRAMMATICO Il metodo moreniano dal gruppo al trattamento individuale  Edizioni FS Milano, 2018, pp. 264, € 22,00

Codice
M2656-6-1
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